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Dinoxauri in giardino: le lamiere bugnate diventano arte

Attenzione artisti in cerca di ispirazione: le lamiere bugnate sono la nuova frontiera dell’arte … e dell’exterior design!

Preparatevi a mandare in pensione i tradizionali nanetti in ceramica e a dimenticarvi di loro: per il vostro giardino scegliete un Velociraptor realizzato con lamiere rigidizzate in acciaio inox!
La versatilità d’uso e di applicazioni degli acciai inox rigidizzati non smette mai di stupire anche noi, ed essendone consapevoli, siamo sempre in attesa di scoprire le nuove possibilità e modalità di impiego di questi incredibili prodotti.

La scultura che vi mostriamo in foto è opera della creatività e dell’eccezionale manualità di Micheal Turner ed è stata esposta per quasi un anno nella galleria del Terminal 5 di Heathrow fino a che non è stata venduta. Sul sito dell’autore, però, assicurano che è possibile averne altre su commissione.

L’artista inglese è diventato famoso in tutto il mondo proprio per le sue insolite sculture da giardino: coccodrilli, falchi, libellule giganti e cavalli ispirati dalla fauna del parco naturalistico New Forest, nel sud dell’Inghilterra, dove Turner ha posto il suo studio, ma anche leoni, rinoceronti e gorilla a grandezza naturale. Tutti realizzati in acciaio inossidabile liscio lucido.

Questa volta l’ispirazione, scaturita dalla passione del figlioletto per i dinosauri, ha richiesto che la materia prima svolgesse un ruolo molto diverso e più determinante nella definizione dell’estetica e del realismo del soggetto.

La scultura, alta 2 metri e lunga quasi 4, è stata realizzata, infatti, con lamiere in acciaio inox rigidizzato 5WL AISI 316, produzione Rimex Metals, anche note come lamiere bugnate “chicco di riso”.

L’acciaio inossidabile in questa suggestiva scultura non è più solo materia prima da modellare, che assorbe passivamente l’idea dell’artista, ma è attiva e dialoga prima con lo scultore e poi con il pubblico.

È una parte essenziale dell’estetica finale, della leggibilità e del realismo dell’opera: tutto ciò grazie all’immediatezza comunicativa della finitura.

La piccola bugna allungata di questa storica finitura rigidizzata, che a chi proviene dal mondo dell’acciaio ha sempre ricordato solamente il seme del cereale che gli ha dato il nome di uso comune, si trasforma nel frammento della pelle del dinosauro, facendo sì che le lamiere bugnate 5WL diventino un tutt’uno con il soggetto ritratto, vestendolo a pennello.

L’acciaio inox 5WL, tradizionalmente usato per sistemi di packaging e altri macchinari, assume qui un’identità artistica propria.

Il risultato è che questa finitura di uso industriale, conosciuta perlopiù dai professionisti del settore, venendo associata a dei dinosauri molto noti, si allontana dal contesto in cui si è soliti vederla impiegata e finisce per diventare “familiare” anche ad un pubblico di profani dell’acciaio, perché l’uso per riprodurre le squame dei velociraptor è talmente azzeccata da apparire del tutto naturale.

Sarà difficile chiamarlo ancora inox “chicco di riso”: non sarebbe meglio “pelle di dinosauro”?

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